domenica 1 maggio 2011

IL BAR PESO


Questo tipo di bar, anche se in via di estinzione, è uno degli ultimi esempi di bar del passato. Ne resta un centinaio di esemplari, non protetti, in quanto sono in grado di proteggersi benissimo da soli. Si trovano in paesi impervi, e in alcune periferie metropolitane. Il Bar Peso è contrassegnato da un clima di ruvida familiarità e cordiale rissosità, nonchè dall'igiene disinvolta e dalla presenza di gestori e clienti fortemente orientati agli alcolici.
Come si riconosce un Bar Peso? L'intenditore lo individua subito, dagli odori, dalle facce, dall'atmosfera particolare. Ma se siete dei profani, ecco tredici indizi che vi possono aiutare.
1. Segatura per terra.
2. La presenza di un cane nero di nome Black, Bill o Pallino, che appena entrati vi annusa il sedere.
3. Televisione pensile (se c'è), sospeso a tre metri di altezza. È un vecchio modello diciotto pollici, ottantotto chili miracolosamente in equilibrio su una mensolina di vetro. Sotto la televisione dorme un vecchietto con la bocca aperta, sorvolato da una pattuglia acrobatica di mosche. Appoggiato al muro c'è un bastone di legno: è il telecomando. Il vero telecomando è sempre rotto perché i clienti, abituati a ben diversi attrezzi, tutte le volte che lo usano lo sbriciolano come un wafer.
4. Nell'aria volano le mosche del Bar Peso (
dipterus rudis) alquanto diverse dalle mosche normali. Anzitutto le loro traiettorie, per i vapori alcolici, sono più sghembre e imprevedibili della media, con grandi cabrate dentro le bocche dei clienti assopiti. Se le colpite con un normale schiacciamosche, ve lo strappano di mano e restituiscono il colpo. Oppure stramazzano al suolo simulando l'agonia, e dopo un'ora ripartono più vispe di prima. Ultima particolarità, il rumore: sanno ronzare in cinque tonalità diverse. Il perché lo ha scoperto un'entomologa di Imola: le mosche da bar hanno il cambio e le marce.
5. Presenza di una grossa carpa imbalsamata, d'aspetto sacerdotale, appesa al muro.
6. Presenza di un distributore misterioso il cui contenuto è ormai indecifrabile perché da anni, a causa della ruggine, nessuno riesce a introdurre una monetina. Alcuni di questi distributori sono cosi vecchi che accettano solo sesterzi romani. Aprendoli a martellate, a volte ne escono noccioline fossili, palline con l'effige di Girardengo e gomme americane tipo"Dracula" che svaniscono a contatto dell'aria.
7. Foto del barista a fianco di un famoso campione che però lui non si ricorda più chi è, forse Carnera, forse Bobet, forse sua moglie da giovane.
8. Foto di squadre di calcio nazionali, locali o degli avventori del bar stesso. Quest'ultima squadra si riconosce dal dodicesimo giocatore basso e rotondetto che, ad un esame più accurato, risulterà una damigiana.
9. Bicchieri di almeno tre centimetri di spessore, con effetto telescopico: accostando l'occhio al vetro si possono vedere distintamente gli anelli di Saturno, specialmente dopo la ventesima grappa.
10. Bacheca delle paste con vetro fumé per nascondere le rughe.
11. Coniglio di peluche azzurro delle dimensioni di un orango, usato come premio-esca per la riffa e mai aggiudicato in trent'anni.
12. Cartoline da tutto il mondo.
13. Presenza dietro il bancone del Barista Peso.

Le dodici frasi da non dire mai al Barista Peso
Mi fa una camomilla?
Guardi che c 'è uno scarafaggio nello zucchero (lo scarafaggio si chiama Edoardo e abita li da un anno)
Vorrei un panino al prosciutto ma per favore mi tolga tutto il grasso.
Mi dia un pomodoro condito.
Mi dia un baby liscio (non vi daranno un whisky, ma un sacco di botte credendovi un pedofilo)
Scusi, dov'è il Dietor?
Scusi, dove sono i servizi?
Accettate carte di credito?
Avete carte da bridge?
Vorrei un caffé d'orzo in tazza grande con l'acqua calda a parte.
Mi dia una pasta senza niente dentro.
Perché questo vino è cosi rosso?
I cocktail pesi
Specialità del Barista Peso, antiche ricette di un'alchimia della distruzione epatica di cui si va perdendo la tradizione.

Caffé corretto
(per tirarsi su)
Una tazzina di caffé

Un bicchiere di cognac
Un bicchiere di grappa
Un bicchiere di Vov

tre mestoli di minestra di fagioli
Pepe, peperoncino, noce moscata
(guarnire con una baionetta)


Scrocca-e-vai
(per chi non ha una lira)
1/4 di vino bianco offerto dal barista
1/4 di birra rimasta dal boccale di Piero
1/4 dei fondi di sette crodini raccolti nella spazzatura
1/4 di gas liquido da accendino

Pitecantropus
(Long drink)
Un Campari
Una nocciolina
Un Campari

Una nocciolina

Un Campari

Una nocciolina
(e cosi via, fino a un massimo di quattrocentocinquanta)

Désir de Paris
(per chi ama l'esotismo)
1/3 di Ville Lumière (profumo di donna)

1/3 di Peugeot (benzina rubata da un'auto in sosta)

1/3 di Grand Marnier (ottenuto strizzando un vecchio boero)


Alexander
(per i più raffinati)
Un bicchiere di latte
Far alitare nel bicchiere l'idraulico Alessandro dopo che ha bevuto la ventesima vodka. Il latte prenderà una squisita gradazione alcolica.

La toilette del Bar Peso
Nel Bar Peso c'è una toilette, ma non è facile da raggiungere. Alla domanda:"scusi, dove posso lavarmi le mani?" la risposta può essere di tre tipi:

Grado di difficoltà uno: Vada in fondo a destra nel retrobottega, c 'è un cortile. Lo attraversa fino a una porticina rossa, poi scenda le scale strette strette, sbuca in un altro cortile, a sinistra c'è una porta verde con la scritta "pericolo di morte", li c 'è la toilette, se sente raspare alla porta non apra.

Grado di difficoltà due: Esca, attraversa la strada, c'è un distrinutore di benzina, chieda di Armando, l'accompagnerà a una scaletta di ferro che scende a picco in uno scantinato, prenda la terza catacomba a sdestra, poi sale le scale, c'è un campanello con la scritta Fornarini, è mio cugino, se non è ubriaco la fa pisciare, se è ubriaco le piscia aaddosso lui.

Grado di difficoltà tre
: Esca, attraversi il cortile, c'è un prato, in fondo vedrà una collina coperta di neve, salga fino a metà, c'è una grotta, li può fare tutto quello che vuole senza essere disturbato, ma accenda un fuoco per tenere lontano il Kumkrull.

È noto il caso di un ingegnere di Brescia che, partito verso una toilette pesa del Centro-Sud, tornò dodici anni dopo e non parlò mai più per tutta la vita. Ma c 'è anche il caso di una signorina che, entrata in una toilette pesa, riemerse l'anno dopo madre di due bellissimi gemelli.

IL BAR FICO
Nemico storico del Bar Peso, il Bar Fico ha conquistato sempre maggior spazio in megalopodi e borghetti del nostro paese. Come si riconosce un Bar Veramente Fico? Naturalmente dal fatto che è frequentato dai Vip, siano essi internazionali, cittadini o condominiali. Maa il Bar Fico è soprattutto individuato da alcune particolarità che illustriamo.

A.
La miniaturizzazione delle paste. Più piccole e costose sono le paste più il bar è figo. Vediamo quindi mini-bigné che non ospiterebbero neanche un paguro, brioche invisibili a occhio nudo, pastefrolle decorate con con un brandello di fragola, krapfen non più grandi di un bulbo oculare. Eppure il cliente figo, sospettoso per la sua dieta, chiede ogni volta:"scusi, cosa c 'è dentro?", come se da quel bonsai potessero sgorgare, come per magia, colate laviche di colesterolo. Possiamo affermare che dai tempi della Grande Luisona, è in atto un restringimento progressivo e inarrestabile dell'anatomia dolciaria. Si è calcolato che con questo ritmo una pasta nel 2010 non sarà più grande di un batterio e costerà dodicimila lire.

B.
Gli Stuzzifichi (vedi il capitolo sul bancone del Bar Figo)

C.
Il caffè non è mai caffè. Si chiama "crème", "crème estivo", parigino", americano", "imbiondito", "francese. Viene servito con un minuscolo calice di acqua di seltz e dodici quanlità di dolcificanti, compresi lo zucchero di bambù per panda, la saccarina per maratoneti e il miele di ape monaca.

D.
La cordialità degli avventori del Bar Figo è entusiasta ed esibita in modo perfino sospetto. Chi entra, urla di gioia al cospetto del conoscente, come se non lo vedesse da dieci anni, mentre lo ha lasciato la sera prima. È tutto un fiorire di pacche sulle spalle e virili toccate di coglioni tra gli uomini, di trilli e bacetti sodali tra le donne. Mentre si saluta e si bacia il primo conoscente, già con la mano si fa un cenno al secondo e si strizza l'occhio al terzo. Per uno strano contrappunto, queste espressioni di affetto vengono per lo più accompagnate da spiritosi epitetiquali "brutto bastardo!", "eccoti qua vecchia checca!", oppure "stronza, dov'eri finita?" o "troia, che sorpresa!". Lo scopo di questo Gran Teatro della cordialità è naturalmente segnalare il proprio arrivo e parimenti mostrare quanta gente si conosce.
Guai a chi, entrando in un Bar Figo, va direttamente alla cassa e non saluta, né viene salutato da qualcuno. Chi è? Un rappresentante di mentine, un rainatore o peggio, un non-Vip che vuole inserirsi a tradimento?
Il vero habitué del Bar Figo poi, non solo saluta fragorosamente, ma piange di commozione, stritola mani, bacia sensualmente, dopodiché si apparta in un angolo con un conoscente esternandogli l'odio per tutti i presenti, l'insofferenza per quste recite smanciose, e la noia di doversi recare li tutte le sere, mentre nei bar di Manhattan o di Marbella c'è tutta un'altra atmosfera.

E.
Il rapporto con il motore. Pare che qualche maledizione impedisca ai frequentatori del Bar Figo di accedervi a piedi. Vedremo dunque sciami di motorini e vespine, su cui sono sdraiati ragazzi e ragazze che comunicano tra loro da sellino a sellino, con manubri e fanali infilati nelle combinazioni più scomode e in ogni cavità disponibile. Nel reparto grandi moto fanno mostra di se alcuni trentenni o settantenni, inguainati in tute di cuoio. I più magri sembrano l'Uomo Ragno, i più rotondi un divano da anticamera odontoiatrica. Le donne fanno sgorgare dai caschi abbondandi chiome e aprono con maestria le zip mostrando scampoli di cute e settori di tette. La zona auto parcheggiate è una specie di labirinto metallico, un magma di cilindrate in cui ognuno blocca l'altro, e ci si parla dai finestrini, perché non è possibile uscire.

F.
Le tinte. Nel Bar Figo nessuno ha la sua colorazione naturale, cosicché un osservatore neutrale potrebbe pensare di essere entrato in un film di fantascienza. Gli uomini hanno abbronzature da solarium color albicocca o vitello tonnato, occhiali scuri con lenti rosa o verde pisello e i capelli unti di gel che riflette il colore del soffitto. Le donne, causa fard o lampada o Caraibi, sono color biscotto, con labbra rosa confetto o verdoline e strani gonfiori siliconici che emanano improvvisi bagliori. I capelli sono di varie miscele biondastre e spiccano su un abbigliamento rigorosamente nero. La sensazione finale è di assistere sotto Lsd a un funerale siciliano.

G.
Gastone l'animatore. In tutti i Bar Fichi c'è un uomo, che chiameremo Gastone l'animatore, che proferisce battute ad alta voce, sa tutto quello che è successo la sera prima e soprattutto si da da fare per organizzare la serata. Non sappiamo se lo fa per vocazione, se non ha altro da fare, se è pagato dallEnte del Turismo, ma il suo sforzo è costante e metodico, diretto ad assicurare il massimo del divertimento e di partecipazione collettiva. Esempi di programma di Gastone:
a. ci troviamo qui al bar verso le nove, prendiamo l'aperitivo poi andiamo al ristorante ma prima bisogna prenotare, allora torniamo a casa, Carletto prenota poi avvisa tutti e ci diamo un altro appuntamento qui verso le undici e da li andiamo al ristorante da dove telefoniamo alla Titti che ci dice se ci raggiunge oppure se ha prenotato un altro ristorante, allora, o ci trasferiamo al nuovo ristorante, o restiamo dove siamo e li ci telefona la Titti che ci dice se c 'è una festa, ci troviamo qui all'una e raggiungiamo la Titti alla festa o se non c'è la festa la Titti vien qua alle due per mettersi d'accordo dove organizzare la festa e ci si rivede qui verso le quattro per andarci.
b. Ci troviamo qui alle dieci per andare al ristorante prenotato fuori città e facciamo una carovana di dieci macchine guidata da Carletto, e passiamo a prendere la Titti che intanto ha radonato i suoi, poi in una ventina di macchine torniamo qua verso mezzanotte, se qualcuno si perde l'appuntamento è all'una al casello di Modena dove c 'è anche il gruppo delle Maldive con un'autocolonna di fuoristrada, si va tutti con la mappa perché il ristorante è in mezzo alla campagna, e dopo mangiato ci si ritrova tutte e quaranta le macchine qua al bar dove c'è il grupo di Claudio con le moto per andare alla festa al mare, chi si perde l'appuntamento è a casa della Titti alle quattro ma siccome li non c 'è da parcheggiare viene Magagnoli con la biscarda e porta via tutte le macchine e ce le restituisce domattina alle otto al casello di Rimini.
c. Ci troviamo qui a mezzanotte e aspettiamo Carletto che torna in aereo da Cuba con l'aragosta fresca per andare da Luisa che sta aspettando Colette che torna da Parigi con la maionese e se ritardiamo mangiamo un panino in mezzo alla strada e l'ultimo che va via porta a casa la Titti e la tromba che è il suo compleanno.
d. Andiamo tutti a casa della Titti a vedere Sanremo e mia mamma ci fa le sfrappole.