giovedì 3 febbraio 2011

I finali di Rodari

Primo finale
Il professor De Magistris, dopo aver svuotato coscienziosamente la sua coppa di gelato, riprese le redini della discussione. - Dunque, - disse, - il nostro Rinaldo qui, non importa come, forse in seguito ad una caduta in bicicletta, è entrato in possesso di uno straordinario super-potere, che gli permette di creare qualsivoglia oggetto semplicemente pronunciandone il nome. - Cielo ! - fece zia Rosa. - Si, signora, - incalzò il professore,- cielo e paradiso, per voi, adesso. - E come mai ? - Come mai ? Ma è semplice. Rinaldo dirà: un miliardo e sarate miliardari. Dirà: villa con piscina, e tutto sarà pronto per fare i tuffi. Dirà automobile con autista, e potrete partire. I suoi genitori non avranno più bisogno di andare a lavorare all'estero. E forse Rinaldo si ricorderà anche del suo vecchio amico professore e dirà per lui... Aspetta, aspetta, non dire nulla.... Cane, ecco cosa devi dire. Un bel bassotto, non troppo giovane, non troppo vecchio... Sarà il mio amico. Sapete, non mi piace stare sempre solo in casa... - Bassotto cosi e cosi! - disse Rinaldo. E il bassotto abbaiò festosamente, arrampicandosi sui pantaloni del professor De Magistris, che aveva le lacrime agli occhi per la gratitudine.

Secondo finale
Per farla breve il professor De Magistris spiegò di cosa si trattava. - Mi raccomando, - disse, - non fiatate con nessuno. La vita di Rinaldo è in pericolo. - Misericordia! E perché ? - È chiaro, perché: il super-potere di cui dispone può essere fonte di ricchezze incalcolabili. Se lo si sapesse in giro, chissà quanti malviventi tenterebbero di impadronirsi di Rinaldo, per sfruttare il suo dono. - Misericordia e misericordia ancora ! Zia e nipote giurarono di stare zitti. - Domani, - disse il professore congedandosi, - decideremo il da farsi. - Domani. Bisogna sapere però che quel De Magistris aveva una doppia vita: di giorno era un professore in pensione, di notte il capo di una banda di briganti che svaligiavano le banche in tutta Europa. De Magistris telefonò ai suoi uomini, fece rapire Rinaldo, gli fece dire la parola "oro" finché ebbe riempito dieci autotreni col rimorchio. Quindi sali sul primo autotreno, suonò il claxson e via. Nessuno lo ha mai più rivisto. Intanto però Rinaldo si era tanto stancato a ripetere la parola "oro" che la voce gli era andata via. Quando tornò la voce il dono era scomparso. Ma qualcosa la zia Rosa poté guadagnare, rivendendo tutte quelle biciclette, sveglie, cocomeri eccetera.

Terzo finale
Finito di mangiare il gelato, Rinaldo se ne comandò un altro. Ma lo comandò cosi in fretta che il gelato, invece di scendere dolcemente sul tavolo, gli cascò in testa. Niente di male, se fosse stato solo per il gelato. Ma c'era la coppa di cristallo. Questa colpi proprio il bernoccolo che Rinaldo si era fatto cadendo dalla bicicletta. E il colpo fu fatale. Da quel momento Rinaldo si sfiatò invano a nominare oggetti: non comparve più nulla, né un'automobile né una patata lessa.

L'avventura di Rinaldo
Il terzo finale, per quanto scherzoso, mi sembra il più logico. Il primo è troppo dolce, il secondo troppo amaro. (Gianni Rodari)