venerdì 3 giugno 2011

ATTRAZIONI

I flipper
 
Ogni bar Sport ha un flipper o due e almeno un giocatore professionista di flipper.

Il flipper funziona a gettoni, a piccoli biscotti, a rondelle, con qualsiasi oggetto rotondo, insomma, che non sia una moneta da cinquanta lire. Se nel flipper viene introdotta una moneta da cinquanta lire, esso emette un rumore strozzato, vibra per alcuni secondi e si blocca. Allora bisogna chiamare il padrone il quale tira un calcio al flipper, che subito non restituisce la moneta.

A questo momento dal fondo della sala si alza un individuo che sa tutto sui flipper. Egli chiede una chiave inglese e del filo spinato. Dopo un'ora se ne va, dicendo che in tutta la sua carriera non ha mai visto un flipper cosi, e che di sicuro c'è un errore di costruzione. Quasi sempre questi individui segano le gambe del flipper e compiono altri atti di sadismo, senza il minimo risultato.

Ma per far funzionare la macchina l'unica maniera è di introdurre una caramella da idraulico. Il flipper riprenderà a funzionare, restituendo cinquanta lire false.
Il flipper di buona qualità emette ogni mille punti degli spari fragorosi, tanto che molti clienti alzano le mani in alto. In ogni caso, il rumore del flipper puo essere agevolmente coperto da una discussione a tre sulla Fiorentina.


Il professional flipperman, o professionista del flipper, ha in media un'età di diciassette anni e si distingue per un astuccio nero che porta sempre sotto braccio. In esso tiene gli indici della mano sinistra e destra, vale a dire i suoi arnesi da lavoro. Quando si appresta a giocare, egli li tira fuori dalla custodia, li monta con tutte le cure, e poi per dieci minuti fa una ginnastica con le dita detta dello"sgraffigno", per la sua somiglianza con il gesto napoletano che indica il grattare. Quindi si attacca al flipper e comincia a giocare. Il vero giocatore, oltre che con le dita, gioca con i piedi, calciando le gambe, con la zona pubica, con la quale scuote il flipper come in un rapporto sessuale, con le palle degli occhi e con le spalle che tremano in continuazione. Normalmente resta attaccato dalle quattro alle cinque ore, ma alcuni possono resistere anche di più: in America un portoricano di quattordici anni restò attaccato dieci giorni, prima che il barista si accorgesse che era rimasto fulminato da una scarica elettrica di 20.000 volt.


Il compito del giocatore professionista è di fare record e di scriverlo sul flipper. Un flipper medio porta normalmente sulla schiena le seguenti scritte: Gianni 24.000; Aldo 34.524; sotto: balle. Nino 39.989; sotto: non ci crediamo. Gianni 65.892 - testimoni Aldo Graffi, Amos Natali (firme). Rossano 42.654.788 -alla presenza di (seguono 54 firme false).

La pesca col boero


La pesca col boero si fa partendo dalla base di un cartone da bucare. Con cento lire si fa il buco e si scopre una pallina colorata che dà diritto a un premio. Dietro al cartone sono in mostra conigli di stoffa alti come utilitarie, uova di pasqua gigantesche e mostruosi cani peluche che portano sulla schiena frane di cioccolattini. Ma nessuno a memoria d'uomo ha mai visto qualcuno vincere uno di questi oggetti. A Varese un vecchietto giurò di aver visto con i propri occhi un soldato tedesco vincere nel '44 un'oca gigante piena di caramelle, ma non venne creduto e fù bollato come arteriosclerotico.

A questa pesca è invece molto facile vincere boeri: sono boeri al liquore ma normalmente aprendoli, si scoprono avanzati strati di cristallizzazione, stalattiti, blocchi di cemento, tutto, insomma, all'infuori del liquido originario. In un boero, a Parma, un professore di liceo scopri una grotta naturale calcarea, con fiume sotterraneo, ricca di minerali sconosciuti.

La pesca al boero è molto seguita nei bar dei centri minori, dove molte persone hanno dovuto contrarre ipoteche sulla casa per potersi permettere il vizio, e da anni nutrono i figli a boeri. Il bucatore di boero, normalmente, viene gettato sul lastrico dalla sua insana passione nel giro di pochi anni e finisce intossicato da alchermes in case di cura dove passa il suo tempo a fare buchi nelle scatole di scarpe con una stecchino.

Il calcetto o (nei bar di destra) calcio balilla

Il calcetto è uno degli sport italiani più diffusi. Si tratta di un gioco nel quale, con alcuni omarini di legno, bisogna spingere la pallina nel canzino dell'avversario. Dico calzino perché quasi sempre il buco della porta avversaria è chiuso appunto da un calzino, piccolo accorgimento mediante il quale si può giocare con la stessa pallina tutto il pomeriggio. Il calcetto è uno sport faticosissimo. Il vero giocatore lo pratica quasi completamente nudo o in mutande, essendo un gioco quanto mai accaldante.

È anche rumorosissimo, specie se giocato dalle donne. La donna più calma e silenziosa, messa a giocare a calcetto, emette acuti e strilli spaventosi, viene colta da riso convulso e perde le scarpe. Gli psicologi per questo, vedono nel calcetto uno sport dalla fortissima carica sessuale (lo conferma, tra l'altro, il fatto che le donne, durante le partite, usano quasi sempre tirare gomitate nelle palle ai partner) e, per queste ragioni, appunto, lo consigliano vivamente alle coppie in crisi.

Il biliardo

Il biliardo è il re delle attrazioni di primo grado. È formato da un tavolone coperto di panno verde, da quattro bocce bianche, quattro rosse e una pallina blu. A un lato del biliardo, all'inizio del gioco, si pongono i giocatori, altri altri tre i rompiscatole. Le bocce sono di materiale duro, magnetizzate verso il centro della Terra, a cui infatti esse tentano di tornare infilandosi sotto gli armadi e nei posti più remoti. Il tavolo è perfettamente orizzontale, almeno nei primi giorni, poi tende a stabilizzarsi in uno dei seguenti tipi:
Biliardo lento, o che non corre
Molto spesso la sua lentezza è dovuta a macchie di friggione, tabacco, vino e sputi che distruggono il panno verde, dando origine a un terreno di tipo arido-desertico. Su questo biliardo le bocce procedono con grande fatica, sollevando polvere e sterpi, e solo giocatori di grande forza riescono a fare più di due sponde.
Biliardo veloce
. L'uso ha trasformato il panno verde in una specie di vetro duro. Le bocce raggiungono velocità sui 340 km orari, e spesso devono essere abbattute a fucilate nell'impossibilità di fermarle. I giocatori avvezzi a questi biliardi hanno mani leggerissime, tanto che sono costretti a farsi mettere la boccia in mano da un partner, non avendo la forza di sollevarla.
Biliardo traditore, o accidentato
. Sono i biliardi mantenuti in ambienti a temperatura non costante. Talvolta, per il freddo accessivo, raggrinziscono fino ad assumere le misure di un lavandino, oppure si riempioni di crepacci, tanto che ogni boccia deve essere accompagnata da una guida alpina. Oppure per il caldo, si imbarcano e assumono forma trapezoidale, di stella, di ottovolante, di arca di Noè.
Biliardo occupato.
È un tipo di biliardo molto comune, odiato da tutti i giocatori. Assolutamente normale sotto tutti gli altri aspetti, vi giocano due vecchietti lentissimi che non lo lasciano mai libero.
Biliardo incastrato
. È un biliardo situato in un ambiente molto stretto,cioé in una stanza occupata interamente dal biliardo. Si gioca lanciando le bocce attraverso un buco nel muro della stanza accanto.
Biliardo da passeggio ( o water-biliardo)
. È un biliardo situato all'entrata del gabinetto del bar. Mentre si gioca gli avventori lo scavalcano slacciandosi i pantaloni. Nei locali più scadenti il biliardo è situato nel gabinetto stesso, e il problema si presenta in altre forme.

Riffa

Gioco molto popolare, soprattutto nel Veneto. Si compra un numero e si aspetta, finché il primo premio non è vinto dal cugino del barista.

I giochi di carte


I giochi di carte sono, naturalmente, tanti che non possiamo qui ricordarli tutti. I tre più diffusi sono:

Il tressette. Si gioca con dieci carte a testa. Durante la partita si può dire "Busso", "Striscio", "Volo", o "Brucio" se il vostro compagno vi fa cadere la sigaretta sulla coscia. È proibito dire frasi come "Ho sette bastoni" oppure "Sono nella merda".

La briscola. Gioco molto semplice. L'avversario sbatte sul tavolo una carta , e voi dovete sbatterla più forte. I buoni giocatori rompono dai quindici ai venti tavoli a partita. È opportuno, prima di sbattere la carta sul tavolo, inumidirla con un po' di saliva.
Le carte prendono cosi la caratteristica forma a cartoccio, e la durezza di un sasso. In molti bar, per mescolare un mazzo di carte da briscola, si usa un'impastatrice. Quando la carta è abbastanza vecchia, diventa molto dura e pesante, e se non siete allenati è opportuno giocare con guanti da elettricista.

Il poker. Il poker si gioca in quattro, oppure in tre col morto, o anche meglio in tre col pollo. Per prima cosa bisogna dare le carte. Il vero giocatore compie l'azione in sei secondi con la sigaretta in bocca. Il dilettante ci mette tre minuti con la lingua di fuori. Al termine dell'operazione quasi sempre il suo compagno di destra urla perchè ha ricevuto in mano quattro carte e una cicca accesa, mentre il dilettante sta fumando il re di quadri.
Oltretutto è molto facile che il dilettante si sia dato nove carte e che due siano finite sul lampadario. Il dilettante non deve, a questo punto, farsi prendere dal panico, e soprattutto non deve commettere nessuno dei seguenti errori:

1. Fare le pile e i giochini con le fisches, e chiedere agli altri: "Chi mi da due tonde rosse per due tonde blu, che voglio fare la bandiera francese?".
2. Quando gli si chiede di aprire, non dire "Vado subito, in effetti c'è molto fumo" e spalancare la finestra.

3. Fare il rumore del motorino con il mazzo di carte durante il gioco.

4. Chiedere prima due, poi tre, poi quattro, anzi no, cinque carte e non ricordarsi più quali erano le vecchie e quali le nuove.

5. Quando sono rimasti solo in due a disputarsi un piatto grosso, scivolare alle spalle di uno e strappargli le carte di mano per vedere il punto.

6. E ancora: quando bluffa il dilettante non cerchi di darsi un contegno. Un mio conoscente, tutte le volte che bluffava, tirava ostentatamente fuori un pennello, crema e lametta e si faceva la barba fischiando. Naturalmente era nervoso e alla fine della serata si era tagliato la faccia come Frankenstein.

Non fate la faccia impassibile: molti dilettanti cercano di bloccare ogni muscolo facciale, col risultato di avere poi effetti secondari rivelatori, come grosse scorreggie, per lo sforzo. La stessa cosa vale se avete un poker. L'ideale sarebbe avere sempre lo stesso contegno tutta la serata. Un giocatore molto bravo, che conoscevo, appena si sedeva al tavolo si metteva a fare il verso della sirena dell'ambulanza, e tirava di lungo tutta sera senza pausa. Un altro giocava con baffi e naso alla De Rege, ma si tradiva perchè quando aveva un buon punto sveniva.


Il telefono


Il telefono in un bar è sempre nascosto. Vive di preferenza in spazi angusti, preferibilmente dietro una pila di casse da birra. Per trovarlo, basta entrare nel bar e puntare verso il fondo. Là, in un buco di un metro e mezzo, è appeso il telefono, quasi sempre a tre metri d'altezza.

Al telefono c 'è il telefonatore da bar, individuo dalle caratteristiche singolari, che si divide nelle seguenti categorie:

a) Sorridente continuo. Questo individuo sta con la cornetta in mano e una espressione beata sul viso. Non parla mai. Ascolta divertito per ore, talvolta annuisce con la testa. Ogni tanto vi guarda. dall'altro capo del filo, evidentemente, c'è una persona spiritosissima in grado di sostenere la comunicazione per ore da sola.
Dopo il primo quarto d'ora anche voi comincerete a sorridere per solidarietà, e a scambiare sguardi soddisfatti con il telefonatore. Per farlo contento, potete anche ridere e dire "buona questa". Dopo un'ora il telefonatore riattacca la cornetta e si allontana con un'aria preoccupatissima.
b) L'arrabbiato. È un individuo di colore rosso che urla furibonde minacce e gesticola come un pazzo, indifferente al vostro stupore e a quello degli altri avventori. Dalla cornetta viene la vocina alterata dell'interlocutore. Parla due ore e prima di andarsene via sbatte la cornetta spaccando il telefono e costringendovi a cercare un altro bar.

c) L'innamorato. telefona con la faccia contro il muro, tenendo la cornetta stretta tra le mani. Se vi avvicinate, cerca di fare il disinvolto, oppure si rannicchia in un angolo come un topo e vi fissa con odio.
Dà piccoli baci al telefono e anche carezzine. Se si crede solo, si abbandona a incredibili manovre erotiche con la cornetta, tenedo gli occhi chiusi.


Al momento dell'addio non deve assolutamente essere avvicinato. Infatti la sua ragazza non stacca la comunicazione prima che lui l'abbia chiamata "porcellina mia", e se voi siete tra i piedi e lui si vergogna, si può anche andare alle tre di notte.
L'innamorato, infatti, comincia a dire frasi tipo "Si, anch'io" "Lo sai, tanto tanto" "Si, io di più", che non accontentano la fidanzata, la cui voce sale sempre più alterara dalla cornetta. L'innamorato suda e vi guarda chiedendo pietà. Si infila per tre quarti la cornetta in bocca e sussurra un "porcellina mia" impercettibile. A questo punto, dall'altro capo del filo, esce un "Come? Non ho capito! Hai paura a dirlo?" e l'innamorato impallidisce.
A questo punto l'unica è di andare via un momento. Sentirete una specie di sussurro, poi alcune urla orgasmiche. Sfogato e sazio, l'innamorato uscirà dalla cabina del telefono, avendo salutato la sua porcellina.
d) L'appuntamentista. Anche questo è un personaggio pericolosissimo. Egli fissa per telefono un appuntamento da li a mezz'ora. Dall'altra parte del microfono parla un aborigeno australiano. Infatti, per quanto il nostro uomo si sforzi, l'altro interlocutore dimostra di non conoscere nessuna via o piazza della città, e di non essere buono a prendere neanche un tram. Dopo un'ora di tentativi il Nostro descrive all'aborigeno ottanta punti diversi del centro della città, senza riuscire a mettersi d'accordo, i due decidono di trovarsi alla stazione, sotto l'edicola dei giornali più grande.
e) L'interurbano. Questo signore si avvicina al telefono curvo con due chili di gettoni in ogni tasca, emettendo rumore di slitta natalizia. Inserisce nel telefono una prima partita di centoventi gettoni, e chiede al barista il prefisso di Sondrio. Si impossessa delle pagine gialle e comincia a sfogliarle nervosamente nei due sensi per un'ora. Bestemmia e straccia.
Quando ha trovato il prefisso, preme per errore il tasto di recupero e viene investito da una valanga di gettoni che rotolano ai quattro angoli del bar. Il telefonatore ribestemmia e ricarica l'apparecchio. Si impossessa dell'elenco di Firenze e cerca per due ore il numero, mentre a intervalli regolari un gettone schizza dalla buchetta e lo colpisce tra gli occhi. Il telefonatore telefona al centralino e, dopo un'ora, ottiene il numero, ma ha già scordato il prefisso. Riprende le pagine gialle e chiede altri duecento gettoni.

Poi:

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La bacheca


La bacheca del bar contiene innanzitutto la formazione del Bologna a colori. Poi il manifesto della partita di domenica, il tabellone dei risultati e una foto del barista a braccetto con Bulgarelli.
Segue il manifesto ciclostilato di una gara di pesca, dove non si riesce a leggere assolutamente niente tolto un gigantesco "Primo premio due prosciutti".
Poi c'è il manifesto di una gara di briscola, dal contenuto piuttosto oscuro per chi non è dell'ambiente e che dice all'incirca:
CRAL FERROVIERI
Da martedi 26 a giovedi 28:
torneo
di briscola a coppie.
Gioco classico
segni alla bolognese,
vietato il gangino, il linguino e l'occhio di pollo,
Prima giornata:
Biavatti-Zorro contro il Conte e Ciuccia
Zatopek-Brufolo contro Gnegno-Stambazzein
Togliatti-Filot contro Tex Willer e lo Spiffero

Testa d'legn-Tortellone contro il Kaiser e Mioli
(se la moglie lo lascia venire)
Baldini I-Baldini II contro Tamarindo e uno di Milano
Arbrito giudice unico Scandellari
(non quello matto)
Intervenite numerosi.

Poi ci sono le cartoline. Sono quelle che i clienti del bar spediscono agli amici per dare la prova che il viaggio è realmente avvenuto. Senza la cartolina, infatti, non è consentito dare il via alla stura delle balle.
Vengono da tutte le parti del mondo. La maggior parte dall'Est., Romania e Jugoslavia, dove secondo quanto si racconta nei bar dovrebbero esserci tre milioni e mezzo di figli di italiani ogni anno.

A seconda del tipo di spedizione attuata, portano sul retro la scritta "Che donne!" o "Che lepri!".
Sono sempre vedute notturne, con la città illuminata e una freccia con la scritta "Noi siamo qui". Seguono le firme di quaranta donne, palesemente false (una che c 'è sempre è Ursula, ma anche Ludmilla si dà da fare, qualcuna si firma anche Maria Beckenbauer).
Queste spedizioni, con equipaggiamento di duecento paia di calze, sottovesti, biro e forcine, finiscono nella maggior parte dei casi con un'unica e ininterrotta mangiata e con l'acquisto di una dotazione per sei mesi di vodka.


Altre cartoline in evidenza sono quelle delle gite di Capodanno a Parigi. Poi c'è Athos che manda una cartolina con la fontana dell'acqua renella tutte le volte che va ad Imola (distanza km 8). Una cartolina del '66 dal Sestriere spedita da Quaglia e firmata "La belva delle nevi". Una veduta notturna del Mottagrill di Cantagallo di Macci che ci fa il cameriere, e una cartolina da Lourdes di Torelli che ci ha portato la nonna paralitica e poi voleva indietro i soldi. Seguono due cartoline con gatti della morosa del fattorino e una ventina di quelle cartoline zigrinate con la giapponese che sfodera le tette a seconda del riflesso.
Poi, incorniciata, la cartolina che fece piangere Trinca. Gliela spedi una ragazza che si chiamava Brigata d'Artiglieria da Montagna e veniva da Pordenone.